Clauster-phobia

Giulia Saltini (Arzignano, 1989). È dottoressa in Editoria e giornalismo presso l’Università degli studi di Verona. Vive nel suo comune natale insieme a Sissi, la sua gattina e implacabile correttrice di bozze

Al mio risveglio, mi accorsi subito che qualcosa non andava. Perlustrai con lo sguardo la stanza in cui mi trovavo, senza scorgere alcun oggetto conosciuto. Di sicuro, non ero mai stata in quel luogo. “Forse qualcuno non ha letto il braccialetto” pensai continuando a guardarmi intorno. La mia attenzione fu catturata da un dettaglio, o meglio, dalla mancanza di un dettaglio. Pur essendo evidentemente una camera da letto, infatti, non c’era alcuna finestra. “Che stia ancora sognando?” mi domandai strofinandomi gli occhi. Un raggelante suono metallico riempì l’aria. Fu allora che mi accorsi di essere stata ammanettata alla testiera del letto. In preda al panico, iniziai a gridare, ma non mi rispose nessuno. Mi alzai dal letto e cercai di raggiungere la porta, ma le catene che mi cingevano entrambi i polsi erano troppo corte. Mi piegai in avanti con il busto, nel disperato tentativo di arrivare alla maniglia. Con le braccia ancora tese all’indietro, caddi in ginocchio. «Se si tratta di uno scherzo, sappiate che non è divertente!» urlai.