Ogniquando

Categoria: Narrativa italiana
Autore: Pierluigi Selmi
Editore: Casa Editrice Freccia D'Oro
Edizione: brossura
Genere: Narrativa
Pagine: 342
Anno: 2021

L'arrivo di emigranti in terre nuove è sempre traumatico per chi in quelle stesse terre vive da anni, o da sempre a memoria d'uomo. Ma, qualunque si-ano i motivi dell'emigrazione, bisogna fare sempre i conti con l'inevitabile conflitto che nasce da tradizioni, usi, religioni, desideri e voglie. Il romanzo, ambientato a partire dagli '60 del secolo scorso, parla di Antonio, frutto dell'incontro incidentale di una ragazza italiana, figlia di migranti di origine campana, e di un aborigeno australiano. A un certo punto della sua vita, Antonio decide che è importante conoscere il padre di cui ha scoperto solo da poco tempo l'esistenza e per questo ne va alla ricerca nel deserto. Non troverà mai il padre ma incontrerà la nonna paterna, nonna Gloria, e con lei imparerà a conoscere anche l'altra parte del mondo.

Pierluigi Selmi, di origini modenesi, vive da quarant’anni con moglie e dobermann, nella campagna bolognese, in una vecchia casa rurale immersa in un grande giardino, dove lavora e scrive. Ha maturato una lunga esperienza professionale commerciale e industriale che l’ha condotto a vivere, visitare e conoscere molti paesi del mondo. Ancora oggi lavora instancabilmente alla progettazione di iniziative industriali legate alle energie alternative. È collezionista d’arte contemporanea russa, appassionato d’arte aborigena, gastrono- mo e buon cuoco, amante del Lambrusco di Sorbara, viaggiatore instancabile e scrittore di storie, che ha visto e conosciuto da vicino.

Non si era mai addormentato profondamente perché era sempre stato cosciente che stava dormendo. Non aveva sognato ma aveva inseguito un pensiero che gli era piaciuto e lo aveva coltivato. Era nell’outback, come nella realtà, e stava camminando verso il sole del tramonto pensando che avrebbe trovato quello per il quale aveva deciso di andare nel deserto. Il sogno s’interruppe e si svegliò, andò sulla pista per essere certo che non ci fosse traccia di un suo soccorritore. Il tempo passava con una lentezza esasperante, pure non si era accorto che era già pomeriggio. Aveva dormito e sonnecchiato, pensato e riflettuto. Aveva anche suonato per tenersi su di morale, sonatine e pezzi di Benedetto Marcello, Vivaldi, Bach e ancora il Rossini che amava tanto nell’edizione integrale e che ripeteva nella versione dell’Introduzione per violino solo. La contraddizione evidente tra il suono di musiche del sei-settecento e la realtà in cui si trovava gli faceva credere che la sua stessa presenza in quel luogo fosse un’incongruenza. Lui stesso rappresentava un’illogica assurdità ma non poteva più fare nulla, non poteva fuggire avanti verso un futuro dal quale non si aspettava risposte, né tornare indietro perché il dubbio che lo aveva tormentato per una parte importante della sua vita, doveva trovare una soluzione.